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Controesame di un esperto in tema di testimonianza

Controesame di un esperto in tema di testimonianza

La strategia migliore varia a seconda che si sia in una CTU civile o perizia in ambito penale. Nel primo caso non si ha accesso diretto all’esperto e quindi egli non può essere sottoposto al controesame. Il CTU ha tutto il tempo per rispondere, in forma scritta, a delle domande che gli sono poste. Nel processo penale, invece, l'oralità ha un posto rilevante e l’esperto viene sottoposto, in aula, a domande in forma diretta alle quali deve rispondere sempre oralmente e quindi può essere applicata la tecnica tipica del controesame.

La strategia per vagliare la tenuta delle affermazioni di un esperto in tema di testimonianza consiste nell'enucleare le affermazioni sulle quali poggiano le conclusioni finali e chiedere conto delle basi scientifiche di queste assunzioni cioè gli articoli che dimostrano quel passaggio logico. Solitamente, qualora sia disponibile in anticipo la relazione scritta dell’esperto, questa operazione di identificazione dei passaggi critici è di molto facilitata.

Come faccio a verificare se una determinata affermazione poggia su dati scientifici certi?

La procedura migliore è quella di enucleare il concetto espresso dal consulente avendo cura di identificare le assunzioni sottostanti per poi chiedere quali sono i lavori scientifici (articoli su riviste internazionali come richiesto dalla sentenza Cozzini e dai criteri Daubert) che giustificano questa assunzione.

Se ad esempio un consulente afferma che è in grado di ricavare il ricordo di un minore da aspetti non verbali la domanda cruciale potrebbe essere qualcosa di simile: Quali sono le ricerche che dimostrano che gli indicatori del comportamento non verbali hanno una elevata accuratezza nella ricostruzione del fatto?

Se afferma il consulente/perito che il ricordo del testimone pur essendo lacunoso lo è perché il ricordo è traumatico la domanda è: Quali sono le ricerche che dimostrano che il ricordo traumatico è qualitativamente diverso dal ricordo non traumatico? Oppure: Quali sono le ricerche che dimostrano che il ricordo lacunoso del soggetto traumatizzato è un ricordo accurato?

La struttura delle domande in contro-esame non dovrebbe essere quella di chiedere un chiarimento sulla legge scientifica utilizzata ma un chiarimento sulla prova che la legge scientifica utilizzata può fregiarsi di tale nome avendo alle spalle (secondo i criteri Cozzini-Daubert): i) solide pubblicazioni scientifiche, ii) accuratezza idonea, iii) condivisione della comunità scientifica e iv) verificabilità empirica.

L’abilità del Magistrato e dell’Avvocato sarà quella di identificare il passaggio dell’elaborato che rappresenta il passaggio logico portante sul quale poggia la conclusione a cui è pervenuto l’esperto.

Quali sono i criteri che la giurisprudenza ha messo a punto quando è necessario scegliere fra pareri scientifici contrastanti fra di loro?

Oltre alla già citata sentenza Cozzini vi è da segnalare l’importante sentenza della Cassazione del 7 settembre 2015 con riferimento all’omicidio di Perugia. Più avanti faremo riferimento a questo caso nella parte riguardante la falsa confessione di Amanda Knox, La sentenza citata è rilevante in tema di prova scientifica in quanto indica che quando ci siano pareri scientifici contrastanti la decisione deve essere motivata scientificamente magari facendo riferimento ai risultati di una perizia.

L’attenersi a linee guida che garantiscono la qualità della prova scientifica è un aspetto di particolare rilievo secondo la sentenza Kerscher la quale stabilisce che il Giudice debba giustificare tecnicamente per quale motivo privilegia una spiegazione scientifica piuttosto che un’altra.

Controesame di un esperto in tema di testimonianza

giuseppe.sartori@unipd.it

Esiste l'arricchimento del ricordo?

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Criteri giuridici e valutazione della testimonianza

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