Checklist sul livello qualitativo della testimonianza
CHECKLIST di valutazione della qualità della narrazione testimoniale
Nella Checklist che segue sono sintetizzati tutti i parametri riferiti ad una testimonianza che modulano (nel bene e nel male) l’accuratezza del ricordo del testimone. Nei casi in cui i riscontri esterni non siano disponibili o nel caso in cui siano disponibili ma non centrali al tema di interesse processuale la valutazione farà ricorso ai cd criteri della attendibilità intrinseca.
Questa checklist aiuta ad identificare i punti di forza e di debolezza della narrazione testimoniale e quindi a mettere a disposizione del Giudice una analisi sistematica delle caratteristiche di qualità del racconto. Tutti i fattori sotto riportati sono stati oggetto di numerosissime ricerche scientifiche che ne confermano la rilevanza. A fianco della evidenza viene segnalato quanto incide il fattore sulla accuratezza del ricordo. Ci sono parametri, come ad esempio il passare del tempo, che hanno molto effetto sulla accuratezza del ricordo e per questo l’effetto viene valutato come forte. La valutazione della attendibilità intrinseca del testimone dovrebbe essere formulata tenendo conto del complesso dei fattori sotto elencati.
CHECKLIST
COMPLESSITÀ NARRATIVA E SEMANTICA DELL’EVENTO
1. Distanza temporale tra fatto e prima rivelazione
La distanza temporale è uno dei parametri che maggiormente influenzano l’accuratezza del ricordo - Legge di Ebbinghaus (1885)[1]:. Il fenomeno consiste nel progressivo aumento dell’inaccuratezza del ricordo all’aumentare del tempo, secondo una legge esponenziale (l’oblio è più marcato nel primo periodo – prima settimana -, ma si riduce successivamente – tra la 30° e la 31° settimana),. E questo indipendentemente dal tipo di contenuto della memoria (es. sillabe senza senso, numeri, parole, fatti autobiografici).
Evidenza: FORTE
2. Caratteristiche del fatto
La descrizione del fatto è molto importante e la distinzione principale è fra fatto potenzialmente confondibile/travisabile (es. pulire sedere a un bambino) e fatto non confondibile/non travisabile/unico (es. colpire spalla con coltello). La valutazione circa il livello di confondibilità del fatto è uno dei parametri più importanti al fine di stimare l’accuratezza del ricordo. Il ricordo di fatti non confondibili è, a parità di tutto il resto, più accurato. I fatti confondibili sono anche quelli sui quali è massimo l’effetto delle informazioni post-evento (es. domande suggestive, immaginazione, rimuginazione ecc).
® Baddeley, A.D., Dale, H.C.A. (1966). The effect of semantic similarity on retroactive interference in long- and short-term memory. Journal of Verbal Learning and Verbal Behaviour, 5, 417-420
® Deese, J. (1959). Influence of inter-item associative strength upon immediate free recall. Psychological Reports, 5, 305-312.
® Murdock, B. B., Jr. (1960). The distinctiveness of stimuli. Psychological Review, 67(1), 16-31.
EVIDENZA: Forte
Descrivere il fatto prendendolo dal capo di imputazione:
3. Caratteristiche sensoriali del ricordo
Le caratteristiche sensoriali (es. odori, colori) sono caratteristiche che non sono sempre presenti nei resoconti testimoniali. Sono proprietà delle memorie flashbulb (memorie fotografiche, es. attacco alle Torri gemelle), che nel senso comune sono ritenute essere più stabili. In realtà, le memorie traumatiche, come le flashbulb, seguono gli stessi meccanismi di funzionamento delle memorie più comuni.
® Hirst, W., Phelps, E. A., Buckner, R. L., Budson, A. E., Cuc, A., Gabrieli, J. D. E., Vaidya, C. J. (2009). Long-term memory for the terrorist attack of September 11: Flashbulb memories, event memories, and the factors that influence their retention. Journal of Experimental Psychology: General, 138(2), 161-176.
® Talarico J.M., Rubin D.C. (2018). Ordinary memory processes shape flashbulb memories of extraordinary events. A review of 40 years of research. Published in Flashbulb Memories: New Challenges and Future Perspectives. 2nd ed. Ed. by Olivier Luminet and Antonietta Curci. Routledge.
EVIDENZA
Indicare l’eventuale presenza di caratteristiche sensoriali (es. Ricordo di conversazioni, condizioni atmosferiche, colori dei vestiti, ecc.):
4. Memoria traumatica
È comune ritenere che la memoria di eventi traumatici sia più stabile nel tempo rispetto alla memoria di eventi non traumatici. In realtà, si è visto come la memoria di eventi traumatici segua gli stessi meccanismi delle memorie non traumatiche. In particolare, reminiscenze e dettagli dimenticati da una rievocazione all’altra sono presenti in percentuali simili.
Ad esempio, in uno studio effettuato da Morgan et al. (2013)[2], 800 militari, che erano sottoposti per addestramento a situazioni estreme, a sole dodici ore di distanza dai fatti, riportavano una percentuale di errori elevata sia prima sia dopo che erano state presentate informazioni fuorvianti. Soutwick et al. (1997)[3] hanno invece chiesto a dei veterani dell’operazione Desert Storm di descrivere, dopo un mese e dopo due anni, i fatti traumatici a cui erano stati esposti: l’88% dei veterani cambiava almeno una risposta e il 61% ne cambiava più di una, facendo diventare l’originaria risposta “non mi è successo” in “mi è successo”.
® Engelhard, I.M., van den Hout M.A., McNally, R.J. (2008). Memory consistency for traumatic events in Dutch soldiers deployed to Iraq, Memory, 16:1, 3-9. doi: 10.1080/09658210701334022
® Nourkova, V., Bernstein, D., Loftus, E. (2004). Altering traumatic memory. Cognition and Emotion, 18 (4), 575-585
® Strange, D., & Takarangi, M. K. (2015). Memory distortion for traumatic events: the role of mental imagery. Frontiers in psychiatry, 6, 27. doi: 10.3389/fpsyt.2015.00027
Nel caso in cui comunque l’evento fosse stressante, l’attività cognitiva risente di un eccessivo livello di arousal e quindi la prestazione può non essere adeguata – legge di Yerkes-Dodson: il massimo della prestazione si ottiene a livelli moderati di attivazione; livelli eccessivi o troppo bassi di arousal portano invece a prestazioni inadeguate.
® Yerkes R.M., Dodson J.D. (1908), The relation of strenght of stimulus to rapidity of habit-information, Journal of Comparative Neurology and Psychology, 18, 459-482.
® Terr L. (1988), What happens to early memories of trauma? A study of twenty children under age five at the time of documented traumatic events, Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 27, 96-104.
EVIDENZA
Riportare le eventuali caratteristiche traumatiche dell’evento:
5. Ricordo di schemi (azioni ripetute)
“Gli scripts, al pari degli schemi, sono cruciali nel capire la testimonianza, in quanto guidano il modo in cui un testimone interpreta l’avvenimento a cui assiste e quindi possono, potenzialmente, modificarne anche il ricordo.” (Mazzoni, 2003)
“2.7 Quando le persone ripetono frequentemente un’esperienza creano rappresentazioni mentali generali dell’evento dette script (copione). Gli script accomunano esperienze singole o specifiche e consentono di generalizzare le caratteristiche di eventi diversi. Essi aiutano la rievocazione della struttura generale dell’avvenimento, ma il racconto non è necessariamente accurato perché singoli dettagli possono essere inseriti pur non facendo parte degli avvenimenti vissuti.” (Stracciari, 2014)
® Holst, Valerie F.; Pezdek, Kathy (1992). Scripts for typical crimes and their effects on memory for eyewitness testimony. Applied Cognitive Psychology, 6(7), 573-587.
® Mazzoni G. (2003), Si può credere a un testimone? La testimonianza e le trappole della memoria, Bologna: il Mulino.
® Stracciari A., (2014). La memoria autobiografica. In Gulotta, G. & Camerini, G.B. (a cura di), Linee Guida Nazionali. L’ascolto del minore testimone. Milano: Giuffrè Editore.
EVIDENZA
Indicare se l’evento è riconducibile a uno schema (es. lavarsi in bagno al mattino, andare al ristorante):
6. Ripetizione del racconto
Può succedere che il testimone abbia discusso con terzi del contenuto del suo ricordo. La ricostruzione del numero e della tipologia di ripetizioni è importante per valutare l’eventuale rischio di distorsioni.
Il numero di ripetizioni non documentate (cioè il cui contenuto non può essere verificato) determina un aumento delle diversità delle informazioni. Inoltre, i racconti informali della vicenda effettuati a terze persone includono conversazioni ed eventualmente domande suggestive non controllabili.
® Tversky B., Marsh E.J. (2000), Biased retellings of events yield biased memories, Cognitive Psychology, 40, 1-38.
EVIDENZA
Riportare il numero di ripetizioni del racconto (sia nel caso di ripetizioni documentabili, sedi ufficiali come SIT o incidente probatorio, sia nel caso di ripetizioni non documentabili, quindi non verificabili):
7. Ricordo di eventi vissuti in prima persona o a cui si è assistito
Il ricordo di azioni messe in atto in prima persona è migliore rispetto ad azioni viste ma non agite.
® Betz, A.L., Skowronski, J.J. (1997). Self-events and other-events: Temporal dating and event memory. Memory & Cognition. 25 (5), 701-714.
® Cohen R.L. (1989), Memory for action events: the power of enactment, Educational Psychology Review, 1(1), 57-80.
EVIDENZA
Descrivere l’evento:
8. Contraddizioni interne al racconto
Le contraddizioni interne/incoerenze possono essere di varie tipologie: dimenticanza (il testimone omette di riportare un’informazione presente in una precedente dichiarazione); reminiscenza (il testimone introduce un’informazione precedentemente mancante); incoerenza (il testimone produce informazioni discordanti in due dichiarazioni diverse).
Si ritiene che un maggior numero di contraddizioni corrisponda ad una minor accuratezza della dichiarazione. Infatti, in diversi studi, si è visto come l’accuratezza delle affermazioni coerenti sia risultata essere molto elevata (95%), mentre quella delle affermazioni che si contraddicono risulti essere nettamente inferiore (45%). Le dimenticanze e le reminiscenze hanno un’accuratezza che si colloca fra i ricordi coerenti e le contraddizioni.
C’è da precisare che l’incoerenza in due o più affermazioni non predice necessariamente l’accuratezza dell’intera testimonianza del soggetto, ma riguarda appunto esclusivamente le parti della testimonianza che si contraddicono tra loro.
In altri studi, invece, è risultato che la correlazione fra numero di contraddizioni ed accuratezza globale della narrazione sia bassa e impedisca di corroborare la fiducia che è riposta su questi criteri dalla giurisprudenza.
In generale quindi, si può dire che esiste un tasso di discrasie fisiologiche quando il testimone racconta lo stesso fatto più volte, ma la percentuale di difformità non può essere elevata.
® Stanley S.E., Benjamin A.S., (2016), That’s not what you said the first time: A theoretical account of the relationship between consistency and accuracy of recall, Cognitive Research: Principles and Implications, 1(14).
® Gilbert, J.A.E., Fisher, R.P. (2006). The Effects of Varied Retrieval Cues on Reminiscence in Eyewitness Memory. Applied Cognitive Psychology, 20, 723–739.
® Fisher, R.P., Brewer, N., Mitchell, G. (2009). The Relation between Consistency and Accuracy of Eyewitness Testimony: Legal versus Cognitive Explanations. Handbook of Psychology of Investigative Interviewing: Current Developments and Future Directions. Edited by Ray Bull, Tim Valentine and Tom Williamson. John Wiley & Sons, Ltd.
EVIDENZA
Riportare le contraddizioni interne:
9. Arricchimento del ricordo (reminiscenza)
È possibile che ci siano dettagli non raccontati subito, ma che emergano nelle interviste successive. L’arricchimento del ricordo però non avviene per molti elementi (< 20%) e i dettagli riguardano solo gli elementi periferici del ricordo. Una minima quantità di reminiscenze è presente nei racconti di tutti i soggetti sperimentali. Le reminiscenze hanno un’accuratezza di poco inferiore rispetto ai ricordi coerenti.
® Gilbert, J. A. E., Fisher, R. P. (2006). The effects of varied retrieval cues on reminiscence in eyewitness memory. Applied Cognitive Psychology, 20(6), 723-739.
EVIDENZA
Riportare i dettagli ricordati successivamente:
10. Oblio
Soprattutto quando le interviste vengono effettuate a molta distanza di tempo dal fatto, è comune che il testimone non ricordi ciò che aveva ricordato nelle volte precedenti. Questo si verifica in particolare per gli elementi periferici del racconto, mentre il nucleo centrale rimane intatto. Anche i dettagli dimenticati, come le reminiscenze, hanno un’accuratezza di poco inferiore rispetto ai ricordi coerenti.
® Gilbert, J. A. E., Fisher, R. P. (2006). The effects of varied retrieval cues on reminiscence in eyewitness memory. Applied Cognitive Psychology, 20(6), 723-739.
EVIDENZA
Riportare i dettagli dimenticati:
11. Nucleo centrale e dettagli periferici
Il nucleo centrale del fatto (chi, come, dove, quando, perché) non subisce nel tempo variazioni a livello di contenuto nella memoria, mentre gli elementi periferici (colore, emozioni, sensazioni, ecc.) tendono ad essere modificati e maggiormente soggetti all’influenza del tempo e delle domande suggestive. Quindi, diversità negli elementi periferici del racconto sono comuni, in generale invece deve essere costante il contenuto degli elementi centrali.
® Roebers C.M., Schneider W. (2000), The impact of misleading questions on eyewitness memory in children and adults, Applied Cognitive Psychology, 14, 509-526.
® Davis D.K., Alea N., Bluck S., (2015), The Difference between Right and Wrong: Accuracy of Older and Younger Adults’ Story Recall, International Journal of Environmental Research and Public Health, 12(9), 10861-10885.
EVIDENZA
Indicare se le diversità riguardano elementi centrali o elementi periferici del racconto:
CARATTERISTICHE DEL TESTIMONE
Fattori di rischio che dipendono dalle caratteristiche stesse del testimone (es. stadio evolutivo, presenza di disturbi psicopatologici, ecc.)
12. Età del testimone
Con l’invecchiamento, vi è un calo nell’accuratezza della testimonianza oculare: la prestazione di un uomo di 60 anni, senza deficit neuropsicologici particolari, non è uguale a quella di una persona di 20 anni, anche se tale prestazione varia da individuo a individuo, pertanto sarebbe necessario un esame neuropsicologico per valutare il livello delle funzioni cognitive (in particolare, del ricordo accurato di un evento).
Ad esempio, Brewer, Weber e Semmler (2005)[4] hanno visto che persone anziane (in questo caso, è stata considerata la fascia d’età 60-80 anni) avevano più probabilità dei soggetti più giovani di scegliere un individuo in un confronto all’americana anche quando il colpevole non era presente.
Gli anziani, inoltre, risultano essere più suggestionabili rispetto ai soggetti più giovani (Mueller-Johnson e Ceci, 2004)[5] e presentano quindi una probabilità maggiore di sviluppare falsi ricordi (Dodson e Krueger, 2006)[6]: in uno studio di Jacoby et al. (2005)[7], si è visto che, in seguito alla presentazione di informazioni fuorvianti, gli anziani avevano una probabilità del 43% di produrre falsi ricordi, a differenza dei giovani (probabilità del 4%).
EVIDENZA
Riportare l’età del testimone:
13. Personalità del testimone
La personalità del testimone può influenzare il modo in cui alcuni eventi possono essere interpretati e quindi raccontati. Ad esempio, nel caso della personalità istrionica, il soggetto tende ad esagerare nella narrazione dei fatti, dando coloriture drammatizzanti al fatto stesso (es. reati sessuali).
® Horselenberg R., Merckelbach H., van Breukelen G., Wessel I., (2004), Individual Differences in the Accuracy of Autobiographical Memory, Clinical Psychology and Psychotherapy, 11, 168–176.
EVIDENZA
Indicare la personalità del testimone:
14. Presenza di disabilità intellettiva/altra psicopatologia
La presenza di questi disturbi può incidere sul ricordo autobiografico o compromettere l’esame di realtà.
Dalla letteratura scientifica emerge come persone con ritardo mentale non ricordino gli eventi in maniera accurata, e producano un gran numero di confabulazioni o intrusioni. Inoltre, hanno una maggiore tendenza ad essere influenzati dagli altri.
® Brown C.L., Geiselman R.E. (1990), Eyewitness testimony of mentally retarded: effect of the cognitive interview, Journal of Police and Criminal Psychology, 6(2), 14-22. Doi: 10.1007/BF02806593
® Gudjonsson G.H., Murphy G.H., Clare I.C.H. (2000), Assessing the capacity of people with intellectual disabilities to be witnesses in court, Psychological Medicine, 30, 307-314.
Individui con alcune forme di psicopatologia, come la depressione, tendono a focalizzare l’attenzione su altri aspetti dell’evento e a sviluppare falsi ricordi, quando ci siano elementi attinenti la loro psicopatologia.
® Rounding K., Jacobson J.A., Lindsay R.C.L. (2014), Examining the effects of changes in depressive symptomatology on eyewitness identification, Journal of Social and Clinical Psychology, 33(6), 495-511.
EVIDENZA
Citare evidenze cliniche di un’eventuale disabilità intellettiva/psicopatologia: ….
15. Grado di sicurezza
Alcuni lavori fatti su questo argomento riportano che i dettagli, ricordati con maggiore sicurezza, sono anche quelli più accurati e, viceversa, quelli ricordati con minore sicurezza sono anche quelli meno accurati. Risulta però che la relazione tra grado di certezza dei testimoni e il grado di accuratezza della testimonianza sia debole. In particolare, la relazione è pressoché assente nei casi di riconoscimento di persona (Wells e Olson, 2003)[8].
® Odinot, G., Wolters, G., van Giezen, A. (2012). Accuracy, confidence and consistency in repeated recall of events, Psychology, Crime & Law, 1-14.
® Kebbell, M.R. (2009). Witness Confidence and Accuracy: Is a Positive Relationship Maintained for Recall under Interview Conditions? Journal of Investigative Psychology and Offender Profiling, 6, 11–23.
EVIDENZA
Riportare il grado di sicurezza del testimone:
16. Source monitoring
Il source monitoring si riferisce alla capacità di discriminare l’origine di un ricordo. Esempio: se ho fatto qualcosa o ho visto qualcun altro farlo, ho assistito a un evento o l’ho immaginato, ho sentito qualcuno dire qualcosa riguardo a un fatto o l’ho letto da qualche parte. Il reality monitoring è uno specifico tipo di source monitoring e riguarda la capacità di discriminare tra eventi interni (es. immaginati) o esterni (es. visti, sentiti). Errori nel reality monitoring possono portare alla costruzione di false memorie. (Guidelines on memory and the law. Recommendations from the scientific study of human memory. (2008). Published by the British Psychological Society.)
® Schacter D.L., Kagan J., Leichtman M.D. (1995), True and false memories in children and adults: a cognitive neuroscience perspective, Psychology, Public Policy, and law, 1(2), 411-428.
® Johnson, M.K. (2006), Memory and reality, American Psychologist, 61, 760-771.
EVIDENZA
Indicare la presenza di una possibile confusione della sorgente:
17. Motivazione
Con motivazione, in questo contesto, si fa riferimento al grado di interesse che il testimone ha nel destino del processo (es. moglie che testimonia a favore del marito), e più in generale a fonti di influenzamento che possono avere orientato le dichiarazioni rese. Distinguiamo tra motivazioni esterne e motivazioni interne: le prime sono volte a ottenere vantaggi non legati a utilità psicologiche della persona (es. vantaggi economici); le seconde modificano inconsapevolmente il ricordo per soddisfare una necessità psicologica della persona. Facciamo qui riferimento alle motivazioni interne. La presenza di questo tipo di motivazioni può rendere la testimonianza meno accurata (si veda il caso di John Dean).
® Neisser, U. (1981). John Dean's memory: A case study. Cognition, 9 (1), 1-22.
EVIDENZA
Riportare la presenza di un’eventuale motivazione interna:
18. Livello di riconoscibilità di facce in funzione della distanza (solo nel caso di riconoscimento di volti)
Il riconoscimento è inversamente proporzionale alla distanza da cui viene visto il volto: al crescere della distanza, il riconoscimento di volti è peggiore. Sulla base di una serie di studi, è stata sviluppata la cosiddetta “Regola del Quindici” (Wagennar e Van Der Schrier, 1996)[9], secondo la quale una distanza superiore a 15 metri dovrebbe essere considerata inadeguata a supportare oltre ogni ragionevole subbio un’identificazione basata su una testimonianza oculare. In un altro studio, si è visto che la percentuale di identificazione corretta (24 ore dopo l’evento) di un soggetto, che si trovava a più di 20 metri di distanza, è pari al 38%. Inoltre, l’accuratezza nella descrizione di attributi, quali altezza, peso, età, oscilla tra il 43 e il 60%. È stato anche visto che l’abilità di riconoscere volti familiari cade bruscamente con distanze superiori a 7.5 metri, avvicinandosi allo zero intorno a 33.5 metri.
® Lindsay, R.C.L. et al. (2008). How Variations in Distance Affect Eyewitness Reports and Identification Accuracy. Law and Human Behavior, 32 (6), 526-535.
® Horry, R. et al. (2014). Archival Analyses of Eyewitness Identification Test Outcomes: What Can They Tell Us About Eyewitness Memory? Law and Human Behavior, 38 (1), 94-108.
® Loftus, G.R., Harley, E.M. (2005). Why is it easier to identify someone close than far away? Psychonomic Bullettin & Review, 12 (1), 43-65.
EVIDENZA
Indicare la distanza da cui è stato visto il volto:
19. Riconoscimento di persona sulla base della voce (solo nel caso di riconoscimento di persona)
Le percentuali di accuratezza nell’identificare una voce fra diverse alternative sono variabili da ricerca a ricerca ma comunque sistematicamente si collocano al di sotto del 25%. Questo significa che un soggetto su quattro è in grado di identificare correttamente la voce sentita in precedenza all’interno di una sequenza di voci di soggetti mai sentiti del medesimo genere (maschio o femmina). In alcuni casi le percentuali di accuratezza non raggiungono il 10%.
® Öhman, L. (2013). All Ears: Adults’ and Children’s Earwitness Testimony. Department of Psychology, University of Gothenburg, Sweden
EVIDENZA
Indicare se il riconoscimento è avvenuto esclusivamente sulla base della voce:
INFLUENZE SUGGESTIVE ESTERNE
Stimoli suggestivi esterni (es. l'autorità dell'interrogante, la particolare formulazione delle domande, ecc) che possono spingere il soggetto ad accettare e poi incorporare informazioni post-evento all’interno del suo sistema mnestico.
20. Modalità di rivelazione del fatto
Il racconto spontaneo è da considerarsi il racconto più accurato. Le domande suggestive inducono un elevato rischio di errore e questi errori hanno il problema di propagarsi anche ad eventuali successive narrazioni libere.
® Loftus, E. F. (1975). Leading questions and the eyewitness report. Cognitive Psychology, 7(4), 560-572.
EVIDENZA
Indicare la modalità di rivelazione del fatto:
21. Domande suggestive
La suggestionabilità “fa riferimento alla facilità con cui un individuo adotta ed inserisce nel proprio ricordo contenuti non veri che facevano invece parte delle domande ricevute.” (Mazzoni, 2003)[10]
In diversi studi, si è visto come informazioni fuorvianti, proposte anche sotto forma di domande suggestive, possano alterare il ricordo del testimone, avendo le domande suggestive un potenziale distorcente molto elevato. Le domande suggestive su elementi periferici introducono errori potenziali più facilmente rispetto ad elementi centrali.
Infine, più le domande suggestive vengono fatte a ridosso del fatto che deve essere descritto, meno ci sono distorsioni: quindi più la distanza di tempo in cui i soggetti sono esaminati per la prima volta con domande suggestive, più rispondevano in modo errato.
® Loftus, E. F. (1975). Leading questions and the eyewitness report. Cognitive Psychology, 7(4), 560-572.
® Gudjonsson G.H., Clark N.K. (1986), Suggestibility in police interrogation. A social psychological model, Social Behaviour, 1, 83-104.
® Gudjonsson, G.H. (1984). A new scale of interrogative suggestibility, Personality and Individual Differences, 7, 195-199.
® Loftus, E. F., Miller, D. G., & Burns, H. J. (1978). Semantic integration of verbal information into a visual memory. Journal of Experimental Psychology: Human Learning and Memory, 4(1), 19-31.
® Loftus, E. F., & Palmer, J. C. (1974). Reconstruction of automobile destruction: An example of the interaction between language and memory. Journal of Verbal Learning and Verbal Behavior, 13(5), 585-589.
® Loftus, E. F., & Pickrell, J. E. (1995). The formation of false memories. Psychiatric Annals, 25(12), 720-725.
EVIDENZA
Riportare le eventuali domande suggestive:
22. Domande inaspettate
Una domanda viene detta inaspettata quando è una domanda che chiede una risposta ragionata nel caso del mentitore e una risposta invece automatica nel caso del soggetto sincero. Le domande inaspettate cioè non sono prevedibili da parte del mentitore, che per questo motivo non sarà in grado di predisporre la risposta in anticipo.
Poiché il mentitore, nell’improvvisare una risposta, deve mettere in atto una serie di operazioni mentali complesse, vi sarà un aumento nei tempi di risposta.
® Vrij, A. (2009). Outsmarting the Liars: The Benefit of Asking Unanticipated Questions. Law and Human Behavior, 33, 159–166. DOI 10.1007/s10979-008-9143-y
® Monaro, M., Gamberini, L., Zecchinato, F., Sartori, G. (2018). False Identity Detection Using Complex Sentences, Frontiers in Psychology, 9 (283).
EVIDENZA
Riportare le eventuali domande inaspettate:
23. Contagio dichiarativo
Nel caso in cui i testimoni si confrontino tra loro sugli avvenimenti in esame, si verifica un cambiamento nel ricordo dei vari testimoni, i quali assorbono le informazioni acquisite dagli altri, portando spesso a un ricordo che si discosta dai fatti realmente accaduti. Ad esempio, uno studio, condotto da Loftus e Greene (1980)[11], ha messo in evidenza come i soggetti portassero descrizioni errate di dettagli fisici del colpevole che non avevano visto, ma avevano sentito da altri soggetti. Facevano cioè proprie le affermazioni sbagliate altrui. In uno studio condotto da Gabbert et al. (2003)[12], i partecipanti vedevano alcuni filmati di crimini che differivano per alcune caratteristiche-chiave. Veniva quindi richiesto loro di discutere con un co-testimone e, successivamente, rievocare il contenuto del filmato. I risultati mostrano che il 71% dei soggetti include nella propria rievocazione dettagli erronei forniti dal co-testimone.
® Huff, M. H., Davis, S. D., & Meade, M. L. (2013). The effects of initial testing on false recall and false recognition in the social contagion of memory paradigm. Memory Cognition, 41(6), 820-831. DOI: 10.3758/s13421-013-0299-4
® Koppel, J., Wohl, D., Meksin, R., & Hirst, W. (2014). The effect of listening to others remember on subsequent memory: The roles of expertise and trust in socially shared retrieval-induced forgetting and social contagion. Social Cognition, 32(2), 148-180.
® Meade, M. L., & Roediger, H. L. (2002). Explorations in the social contagion of memory. Memory & Cognition, 30(7), 995-1009. Doi: 10.3758/BF03194318
® Muller, F., & Hirst, W. (2014). Remembering stories together: Social contagion and the moderating influence of disagreements in conversation. Journal of Applied Research in Memory and Cognition, 3(1), 7-11.
® Rechdan, J., Hope, L., Sauer, J.D., Sauerland, M., Ost, J., Merckelbach, H. (2018): The effects of co-witness discussion on confidence and precision in eyewitness memory reports, Memory, 26 (7), 904-912. DOI: 10.1080/09658211.2018.1448872
® Roediger, H. L., Meade, M. L., & Bergman, E. T. (2001). Social contagion of memory. Psychonomic Bulletin & Review, 8(2), 365-371. Doi: 10.3758/BF03196174
EVIDENZA
Indicare se il testimone ha sentito sullo stesso fatto altre persone coinvolte nella vicenda:
24. Assistenza psicologica/psicoterapica
Aver ricevuto assistenza psicologica/psicoterapica, antecedentemente alla prima rivelazione del fatto, può influenzare la genuinità della testimonianza, portando alla creazione di falsi ricordi. Ci sono stati vari casi in cui il testimone, in seguito a psicoterapia, ha riferito ricordi inerenti a presunti abusi avvenuti nell’infanzia, poi rivelatisi falsi ricordi.
In uno studio, Malinsoki e Lynn (1999)[13], utilizzando l’ipnosi, hanno spinto i partecipanti a descrivere la festa del loro primo compleanno, anche se gli stessi individui avevano all’inizio sostenuto di non ricordarselo. Infatti, è altamente improbabile che una persona ricordi eventi accaduti prima dei tre anni di vita (amnesia infantile).
Un’altra tecnica che può provocare falsi ricordi è quella dell’immaginazione guidata. In una ricerca di Hyman e Pentland (1996)[14], si era fatto ricordare ai soggetti un avvenimento improbabile, quale l’aver versato del punch sul vestito della madre della sposa ad un matrimonio che non c’era mai stato: circa il 25% dei partecipanti aveva “ricordato” tale episodio.
EVIDENZA
Indicare la presenza di un eventuale percorso psicoterapico:
25. Effetto arma
L’effetto di focalizzazione sull’arma (weapon-focus effect) fa riferimento al fatto che l’attenzione, in presenza di un’arma (o più in generale di un elemento inusuale rispetto al contesto), venga catturata da tale oggetto, ignorando gli altri elementi circostanti. Questo fenomeno riduce in maniera significativa l’accuratezza del riconoscimento del volto del reo da parte dei testimoni oculari: poiché appunto l’attenzione viene rivolta all’arma, piuttosto che al volto dell’aggressore, i soggetti hanno enormi difficoltà nel riconoscere il colpevole (Steblay, 1992)[15].
Loftus (1979)[16], in un esperimento, ha mostrato che nella condizione “senza arma” i soggetti individuavano il colpevole il 49% delle volte, mentre nella condizione “con arma” questo accadeva il 33% delle volte. Allo stesso modo, in un altro esperimento (Loftus, Loftus & Messo, 1987)[17], nella condizione “con arma” il ricordo degli elementi circostanti era peggiore.
EVIDENZA
Riportare la presenza di un possibile “effetto arma”:
26. Effetti di alcol e droga
In caso di intossicazione alcolica, anche lieve, l’accuratezza del ricordo diminuisce. In una metanalisi sugli effetti dell’intossicazione acuta da alcolici sull’accuratezza della testimonianza (Jores et al., 2019)[18], i soggetti esaminati avevano un BAC (Breath Alcol Concentration) compreso tra 0.03 e 0.1 (livello di intossicazione da lieve a grave): maggiore era il livello di intossicazione, peggiore era il ricordo; il peggioramento era marcato nel ricordo di dettagli periferici, ma quasi nullo nel ricordo del nucleo centrale; il peggioramento si osservava sia mentre l’intossicazione era in atto, sia quando il soggetto era lucido; la performance calava sia nel richiamo libero sia in seguito a domande di approfondimento (non suggestive), anche se in questo caso la performance era ancora più bassa. Infatti, l’intossicazione da alcol durante la codifica compromette il recupero di dettagli di specifici episodi in un secondo momento (Bisby, Leitz, Morgan & Curran, 2010)[19].
Per quanto riguarda l’uso di droghe, l’effetto sembra essere più lieve: infatti, in una ricerca, Yuille et al. (1998)[20] hanno mostrato che il peggioramento nel recupero del ricordo è presente se, nel momento del recupero, il soggetto è sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (in questo caso marijuana), ma tale peggioramento non si verifica in un momento successivo quando il soggetto è lucido.
EVIDENZA
Indicare se il testimone si trovava sotto l’effetto di alcol e/o droga al momento dell’evento o durante la rievocazione:
PARTE B (QUANTITATIVA – CHECKLIST)
Sistemare gli studi sulle regole che governano il ricordo del testimone mettono in evidenza come tali regole abbiano un diverso grado di evidenza. vi sono fattori (es. passare del tempo) che agiscono senza modulazioni significative di altre variabili. vi sono per contro altri fattori la cui forza di estrinsecazione dipende dal contesto in cui sono inseriti. la legge scientifica cioè in questi casi, in particolari situazioni risulta particolarmente evidente mentre in altri risulta più attenuata. è quindi possibile, da una ricognizione della letteratura attribuire ad ognuno dei parametri da me inseriti nella checklist un peso proporzionale alla quantità di evidenza e relativa alla forza della legge scientifica considerata. di solito i fattori che hanno più forza sono quelli per i quali non c'è una influenza di variabili moderatrici. es. genere variabile moderatrice della fobia (fobici più f). per fare un esempio nel settore del ricordo di eventi autobiografici l'effetto della distanza temporale è da considerarsi una evidenza molto forte. tale effetto infatti si osserva quindi indipendentemente da che cosa viene ricordato. si osserva per memoria di sillabe senza senso, di parole, di storie presentate verbalmente, di eventi percepiti visivamente e così via. in altri casi invece, l'evidenza circa la regola cambia in relazione al contesto. ad esempio per confidence (confidenza) si intende il grado di confidenza soggettiva che il testimone riferisce circa il grado di accuratezza del ricordo che va a produrre. in molti casi, sia negli studi scientifici sulle falshbulb memories che in ambito giudiziario quando si deve valutare la cosiddetta attendibilità intrinseca del racconto del test particolare rilievo viene dato alla confidenza come proxy (approssimazione) dell'accuratezza, non potendo quindi sapere con certezza se il ricordo è accurato o no si usa il grado di convinzione soggettiva del soggetto come misuratore di accuratezza. ebbene questa procedura risulta, in base all’analisi della letteratura, valida in alcuni casi ma non in altri (citare). è evidente quindi che a questa ultima regola dovremmo dare un peso inferiore rispetto a quella precedente in quanto mentre nel caso del passare del tempo è un effetto che vale sempre e comunque, nel caso della confidence è un effetto che vale solo in certe condizioni ma non in altre.
analisi sistematica della letteratura in tema di effetti che hanno influenza sul ricordo del testimone. (la faccio nella parte A e qua ci metto un richiamo per dire che l’ho spiegato sopra)
Debole: ptg 1
[1] Ebbinghaus, H. (1885). Über das Gedchtnis. Untersuchungen zur experimentellen Psychologie. Leipzig: Duncker & Humblot; the English edition is Ebbinghaus, H. (1913). Memory. A Contribution to Experimental Psychology. New York: Teachers College, Columbia University (Reprinted Bristol: Thoemmes Press, 1999).
[2] Morgan III, C.A., Southwick, S., Steffian, G., Hazlett, G.A., Loftus, E.F. (2013). Misinformation can influence memory for recently experienced, highly stressful events. International Journal of Law and Psychiatry, 36 (1), 11-17. doi: 10.1016/j.ijlp.2012.11.002
[3] Southwick, S.M., Morgan III, C.A., Nicolaou, A.L., Charney, D.S. (1997). Consistency of Memory for Combat-Related Traumatic Events in Veterans of Operation Desert Storm. American Journal of Psychiatry, 154, 173–177.
[4] Brewer, N., Weber, N., Semmler, C. (2005). Eyewitness identification, in N. Brewer e K.D. Williams (a cura di), Psychology and Law: An Empirical Perspective, New York, Guilford, p. 177-221.
[5] Mueller-Johnson, K., Ceci, S.J. (2004). Memory and suggestibility in older adults: Life event participation and repeated interview, Applied Cognitive Psychology, 18, 1109-1127. DOI: 10.1002/acp.1078
[6] Dodson, C.S., Krueger, L.E. (2006). I misremember it well: Why older adults are unreliable eyewitnesses. Psychonomic Bullettin and Review, 13, 770-775. Doi: 10.3758/BF03193995
[7] Jacoby, L.L., Bishara, A.J., Hessels, S., Toth, J.P. (2005). Aging, subjective experience, and cognitive control: Dramatic false remembering by older adults, Journal of Experimental Psychology: General, 134, 131-148. DOI: 10.1037/0096-3445.134.2.131
[8] Wells, G.L., Olson, E.A. (2003). Eyewitness testimony. Annual Review of Psychology. 54, 277-295. doi: 10.1146/annurev.psych.54.101601.145028
[9] Wagenaar, W.A., Van Der Schrier, J.H. (2008). Face recognition as a function of distance and illumination: A practical tool for use in the courtroom. Psychology, Crime and Law, 2 (4), 321-332. doi: 10.1080/10683169608409787
[10] Mazzoni G. (2003), Si può credere a un testimone? La testimonianza e le trappole della memoria, Bologna: il Mulino.
[11] Loftus, E.F., & Greene, E. (1980). Warning: Even memory for faces may be contagious*. Law and Human Behavior, 4(4), 323-334. Doi: 10.1007/BF01040624
[12] Gabbert, F., Memon, A., & Allan, K. (2003). Memory conformity: Can eyewitnesses influence each other's memories for an event. Applied Cognitive Psychology, 17(5), 533-543. doi: 10.1002/acp.885
[13] Malinoski, P.T. & Lynn, S.J. (1999) The plasticity of early memory reports: Social pressure, Hypnotizability, Compliance and interrogative suggestibility, International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis, 47 (4), 320-345. DOI: 10.1080/00207149908410040
[14] Hyman, I.E., Pentland, J. (1996). The role of mental imagery in the creation of false childhood memories. Journal of Memory and Language, 35, 101-117.
[15] Steblay, N.M. (1992). A meta-analytic review of the weapon focus effect. Law and Human Behavior, 16 (4), 413-424. Doi: 10.1007/BF02352267
[16] Loftus, E.F. (1979). Eyewitness Testimony. Cambridge, MA, Harvard University Press.
[17] Loftus, E.F., Loftus, G.R., Messo, J. (1987). Some facts about weapon focus. Law and Human Behavior, 11, 55-82. Doi: 10.1007/BF01044839
[18] Jores, T., Colloff, M.F., Kloft, L., Smailes, H., Flowe, H.D. (2019) A meta‐analysis of the effects of acute alcohol intoxication on witness recall. Applied Cognitive Psychology, 33, 334-343. doi: 10.1002/acp.3533
[19] Bisby, J. A., Leitz, J. R., Morgan, C. J., Curran, H. V. (2010). Decreases in recollective experience following acute alcohol: A dose–response study. Psychopharmacology, 208(1), 67– 74. doi: 10.1007/s00213‐009‐1709‐y
[20] Yuille, J.C., Tollestrup, P.A., Marxsen, D., Porter, S., Herve, H.F.M. (1998). An Exploration on the Effects of Marijuana on Eyewitness Memory. International Journal of Law and Psychiatry, 21 (1), 117-128.