Indicatori comportamentali della menzogna
Sono state effettuate delle meta-analisi che hanno messo assieme i dati raccolti in ricerche diverse accomunate da un medesimo obiettivo. In questo caso l’obiettivo era quello di verificare il livello di accuratezza della persona media nel “diagnosticare” la menzogna dalla conversazione.
Le conclusioni a cui è giunto De Paulo (2003) in una meta-analisi su oltre 1300 soggetti è che la capacità di un soggetto medio di distinguere fra un racconto veritiero ed uno menzognero sulla base di indicatori non verbali (es. Diventare rossi, rispondere lentamente etc.) era di poco superiore al 50% che si ottiene dal lancio di una moneta. L’accuratezza nell’identificare la menzogna da parte di investigatori professionisti è risultata essere di poco superiore a quella del soggetto medio e comunque molto lontana dal livello di accuratezza che gli investigatori stessi pensano di avere (Vrij e Mann, 2005).
La difficoltà che il soggetto medio ha nell’identificare la menzogna non si osserva solo quando sono valutati gli indicatori comportamentali ma anche quando la valutazione riguarda il contenuto narrativo.
A questo riguardo alcuni ricercatori dell’Università di Padova hanno raccolto un dataset di racconti veri e racconti falsi su diversi temi (es. Aborto, Legalizzazione della Cannabis, Eutanasia, Matrimonio gay e Politica sui migranti). Ogni soggetto doveva produrre una narrazione per lui sincera e poi produrne una falsa. Il dataset costituito da 1250 dichiarazioni sincere e 1250 menzognere sia per l’Italiano che per l’Americano è stato dato ai soggetti sperimentali che dovevano decidere se una determinata narrazione era veritiera oppure menzognera. I soggetti esaminati erano, per l’inglese 315 donne e 185 uomini, e per l’ italiano 343 donne e 157 uomini.
L’accuratezza complessiva era del 58%, quindi solo di poco superiore al livello del caso. DI rilievo è notare come vi fossero gli errori concentrati prevalentemente sull’identificare come false le dichiarazioni false mentre il tasso d’errore era minore (anche se molto alto) per le dichiarazioni vere. Questo fenomeno è chiamato truth bias e deriva dal fatto che il soggetto medio sente, nella sua vita di ogni giorno, molte più dichiarazioni veritiere di quelle false e quindi sviluppa una particolare abilità nel valutare quelle vere rispetto a quelle false.