L'aggiunta di dettagli
Succede praticamente sempre che un testimone venga esaminato più volte a distanza di tempo, succede altrettanto frequentemente che la quantità di dettagli riportati una volta non corrisponda alla quantità di dettagli riportati le volte successive.
Queste diversità possono essere di vario tipo. La più comune, nel caso di interviste a molta distanza di tempo è l’oblio; il testimone cioè non ricorda quello che aveva ricordato le volte precedenti. Meno frequente è la reminiscenza consistente nel riportare, nelle interviste successive qualcosa che in precedenza non era stato riportato.
Il tema della reminiscenza è stato affrontato in numerose ricerche controllate solitamente con interviste nelle quali veniva utilizzato il ricordo libero, il ricordo cioè non sollecitato da specifiche domande. In una di queste ricerche i testimoni dovevano riportare a diverse distanze di tempo quanto ricordavano di un breve video di una donna infastidita per strada da un uomo. In questa ricerca si osservava una lieve presenza di reminiscenza che percentualmente risultava essere dell’ordine del 5%. Cioè il 5% dei dettagli non detti la prima volta veniva aggiunto le volte successive. La reminiscenza (nuovi dettagli aggiunti da una dichiarazione all’altra) diminuiva nettamente quando la prima intervista non era immediata ma dopo un certo intervallo di tempo. Quindi la prima dichiarazione a distanza di tempo è tendenzialmente meno accurata ma produce meno reminiscenze. L’accuratezza delle reminiscenze è inferiore a quella dei ricordi sistematicamente riportati nelle varie interviste (71% contro oltre il 90%).
Può essere interessante notare che i dettagli ripetuti in modo consistente che risultano essere corretti nelle diverse interviste (immediata, a 2 giorni, a 7 giorni e a 9 giorni) sono attorno al 54%, quelli dimenticati ammontano al 13% mentre le reminiscenze corrette sono il 15%.
Questi dati dimostrano come la regola usata nel processo e consistente nel privilegiare i ricordi consistenti risulta avere un supporto scientifico. Inoltre fondata è la constatazione che un testimone credibile produce una certa quantità di reminiscenze. L’assenza di reminiscenze deve considerarsi fatto sospetto visto che praticamente tutti i soggetti di questi esperimenti hanno delle reminiscenze.
In sintesi quindi le ricerche dimostrano come un contenuto dichiarativo (non tutta la dichiarazione) consistente nel tempo e quindi che resta contenutisticamente uguale (anche se espresso verbalmente in modo diverso) è molto accurato (oltre il 95% di accuratezza) mentre se è inconsistente la sua accuratezza si dimezza. Il criterio legale della contraddizione come elemento da valorizzare nella dichiarazione è confermato dalle ricerche empiriche.